Mi Presento ☕️
Mi chiamo Francesca Anita Gigli.
Scrivo di arte, soprattutto di quella che inciampa. Mi interessano i dettagli che non si notano, le storie senza didascalia, le voci fuori campo: quelle che ti restano addosso anche quando non capisci perché.
Sono giornalista.
Ho iniziato come grafica, poi ho capito che mi interessavano più i contenuti dei contenitori e da allora passo le giornate a scrivere dai bar, tra cataloghi infiniti e pagine bianche su cui vorrei solo sbattere la testa.
A proposito di bar, ne ho selezionati alcuni che amo e in cui riesco davvero a scrivere:
☕️ Pan Milano: il miglior matcha latte della città e una calma olimpica che mi fa dimenticare tutto.
☕️ MaMì Libri & Birra: libreria, caffè o birra e silenzio.
☕️ Colibrì Caffè Letterario: pieno di libri, Wi-Fi stabile e un giardino che sembra uscito da un romanzo nordico.
☕️ oTTo in Paolo Sarpi: luminoso, verde, pieno di gente che finge di lavorare.
☕️ Gogol & Company: libreria/caffetteria con prese, tavoli larghi e il rumore giusto per sentirsi produttivi.
☕️ Santeria Paladini 8: non servono troppe parole. È uno di quei posti dove le idee, semplicemente, arrivano.
Nel 2020 ho fondato Likeitalians. Da lì non ho più smesso di scrivere, viaggiare e collezionare dettagli trascurati, senza alcuna coerenza apparente.
Conduco il podcast Oltre la tela, dove racconto l’arte senza semplificarla, scavando nelle crepe, nei silenzi, nei punti in cui la storia ufficiale smette di parlare.
In breve (per chi ha poca pazienza)
Dammi una panchina, un po' di sole, qualcosa da scrivere e sarò felice. Anche se poi, con tutta probabilità, perderò il foglio o non salverò il documento word.
Sono dei Gemelli, quindi coerente quanto basta per confondere anche me. Amo le camicie larghe, i fumetti sui supereroi, i film lenti, i brindisi veloci e le persone che parlano poco ma scelgono le parole con cura.
Mi perdo sempre a fissare il vuoto. A volte arrampico, più spesso su pensieri complicati che su pareti vere.
Faccio molti bronci, mi arrabbio per principio, ma mi passa se mi offri una birra o mi sorridi. Però mi ricorderò di quella parola sbagliata, o di quello sguardo storto, per il resto della mia vita. Non serbo rancore, no. Possiedo solo una raffinatissima capacità di archiviazione emotiva, con tag e sottocartelle.
Sono una pesantona: scrivo solo di storie che mi colpiscono. Quelle che non riesco a scrollare via.
Eccone alcune uscite su Finestre sull’arte:
Quanto di più inestimabile al mondo. L'Immobile esistenza di James Ensor – L'artista che ha fatto dell'eccesso una forma di verità. E del grottesco, una lente per guardare il mondo.
L'arte non è solo bellezza – Le opere confiscate alla mafia diventano racconto politico e visione.
La Collezione Strada e la fragilità del vetro – una raccolta di 260 reperti archeologici tra i quali spicca un prezioso nucleo di vetri romani. Con anche alcuni pezzi unici, come la coppa di Aristeas.
Mi taccio.
Ciao